Io tu noi gli altri

Rompo un lungo silenzio (un periodo ricco di troppe cose da fare e, una volta tanto, poche cose da dire) per dare spazio all’amico Fabrizio Bellavista, autore di “Io tu noi gli altri”. Ho chiesto a Fabrizio un’introduzione personalizzata. Lo ringrazio e la trovate qui sotto. I temi, come potete vedere, sono importanti, degni di riflessione, di dibattito e di opinioni. Opinioni e dibattito frutto appunto della riflessione; come ormai poco si usa. Grazie Fabrizio e se il libro vi interessa, lo trovate anche su Amazon.

Mentre con lo studio della psicolinguistica ero riuscito a dare delle risposte soddisfacenti alla richiesta di monitoraggio ed efficacia  della comunicazione tradizionale, sul versante della disruption digitale mi mancava una visione d’insieme.

L’incontro con Nino (G.F.Esposito), economista proveniente dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne, ha perme

sso di fare passi avanti in questa direzione. Ecco le domande a cui si è cercato di dare una risposta….

Nel nostro Paese, ci sono elementi che potrebbero renderci un laboratorio per definire un nuovo capitalismo imprenditoriale civile? E da questo trovare dunque un senso profondo ad una economia della condivisione costruita sulla nostra particolare esperienza di paese? Nello specifico: un nuovo tipo di economia che si avvale di un importante antefatto, cioè che l’Italia è sociale e social e che la prima cattedra di economia al mondo è stata a Napoli nel ‘700, un’economia che aveva un’ attenzione speciale al sociale ed alla felicità pubblica….dimostra, nei tempi nostri, una vivacità di risposte molto importanti (quindi esiste un ‘filo rosso’ che ci porta da Napoli sino alle Social Street e alle nuove forme di commistione ed ibridizzazione tra cultura, produzione e territori transitando attraverso nuove modalità di fare artigianato globale nei  fab–lab?).

L’excursus del libro, in modo estremamente sintetico, ci porta dall’esperienza partenopea di Antonio Genovesi (1754) con la sua prima cattedra di economia di cui si abbia traccia in Europa sino alla economia della condivisione di cui sono approfonditi vari aspetti (tra cui l’esperienza delle prime social street al mondo a Bologna e Ferrara). Ci sono due passaggi particolarmente importanti per la piena comprensione di questo viaggio iniziato nel ‘700: l’incontro del pensiero napoletano con il concetto di imprenditoria creativa milanese dell’800 – in cui emerge chiaro il ponte creatosi tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento tra Napoli e Milano; a questo si aggiunga la grande esperienza delle società cooperative sul suolo italico attorno al 1854 a soli dieci anni dalla prima costituzione di società cooperativa britannica. 

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