Non lo usa più nessuno. Non in macchina mentre si guida. Neanche in moto, né in bicicletta. Siamo autentici funamboli del telefonino, le strade sono piene di artisti degni di convocazioni ad honorem al Cirque du Soleil, capaci di telefonare e di messaggiarsi in modo funambolico, sfide improbabili alla forza di gravità e all’equilibrio. Qualunque cosa, ma l’auricolare non lo uso.
I migliori sono i fumatori. Sigaretta in una mano, tastierina nell’altra, qwerty e Nazionale senza filtro, ma allora cosa usano per guidare? La risposta è nota per chi guida con il cappello, come recita il vecchio adagio popolare, probabilmente anche quelli a capo scoperto ricorrono allo stesso mezzo. E le donne come fanno? Mah …
Sono scooterista e riconosco da lontano chi è impegnato in una discussione telefonica o in un whatssap mentre è alla guida. E’ evidente dal lieve ondeggiare tra le corsie, dall’avanzare incerto, dal continuo contrarsi e espandersi della distanza di insicurezza rispetto al veicolo che precede. Meglio girare al largo. I miei colleghi su due ruote sono capaci anche di peggio. Ho visto cose che voi umani … all’ingresso in tangenziale, la mattina all’ora di punta, infilarsi tra le macchine sotto la pioggia battente digitando un messaggio sul telefonino.
Più che un esercizio di stupidità questo è un esercizio di presunzione. Cosa ci sarà mai di così urgente o importante nella vita di un uomo o di una donna che esiga di mettere a rischio la vita stessa, richiedendo una risposta immediata?
Non va meglio quando la gente è a piedi. Le nostre vite sono intralciate da gente che si messaggia, chiama o risponde nei posti più improbabili. Fermi in mezzo al marciapiede, immobili nella corsia dell’Esselunga all’altezza delle arance Tarocco in offerta speciale, persi a contemplare lo schermino del telefonino nel pieno di una riunione, inopportuni in un colloquio a due “scusa questa la devo prendere”.
Per fortuna la soluzione è vicina.
Cosa ci salverà dallo smart-phone, il telefono intelligente? L’orologio intelligente, lo smart-watch!
E’ evidente che l’utilizzo dello smartwatch, così come è progettato, è goffo e inefficace. Spero che nessuno si aspetti che noi si passi la giornata ad alzare e abbassare il polso di fronte al mento per controllare le notifiche. Io poi soffro di periartrite alla spalla, come molti nella mia fascia di età; per convincermi a comprarlo dovranno fare un’offerta bundle smartwacth più infiltrazioni di cortisone. Inoltre lo smartwatch è orfano e incompleto, funziona solo con il telefonino. Mi arriva la notifica, alzo il polso sinistro, tiro in giù la manica con la mano destra, leggo, abbasso la sinistra, la destra va al taschino, estraggo … già la vita è complicata, no grazie.
Cambia tutto con l’auricolare. L’orologio si fa carico della connettività e delle operazioni che richiedono un qualche tipo di movimento o gesto. Sistemi di riconoscimento vocale già ampiamente in uso mi permettono di impartire comandi e dettare messaggi nel microfono incorporato nell’uno o nell’altro device. Vengo allertato alle notifiche con vibrazioni intelligenti al polso, come già nell’ultimissimo iWatch, e se sono interessato il contenuto mi viene trasmesso con l’audio, nel benedetto auricolare. Tutto diventa seamless come le calze senza cucitura che si usano per correre. Non ci sono più oggetti estranei né interruzioni, i punti di giunzione si fondono con il tessuto della vita, la mia vita diventa una continua conversazione telefonica, “è” una continua infinita conversazione telefonica.
Rivedremo comparire gli ingombranti modelli Robocop; assisteremo al diffondersi di modelli a scomparsa o con skin intercambiabile; per chi ha quei gusti lì, sono già disponibili esemplari tempestati di cristallini Swarowski; fino al definitivo inevitabile modello inplant, sottocutaneo, con noi per sempre.
L’accoppiata smartwacth – smartearphone e le vie che verranno aperte da questo fantastico duo renderanno la nostra vita migliore e realizzeranno il sogno glorioso dei pirati che anche stamattina sfrecceranno a 130 km/h sulle autostrade d’Italia immersi in una chat: parlare di niente, l’unico vero grande amore della nostra vita, fuso con noi, in un dolce abbraccio, fino alla morte.
Dedicato a tutti quelli che ogni mattina mettono a rischio la mia vita facendo altro mentre guidano.
Grande Alessandro! Bellissimo.
Grazie mille 😊 sicuramente l’ho fatto con il cuore, era molto sentito