Ho visto: Lei

D’accordo, scegliere di parlare di un film come questo su un blog che tratta di analogico e digitale è scontato. Però l’ho visto, ci ho fatto delle riflessioni e ve le propongo.

Questo è un film sul cattivo uso della tecnologia. Il protagonista [SPOILER] è solo, fresco di divorzio dalla compagna di una vita e non riesce a costruirsi delle relazioni decenti. Anche il suo lavoro non aiuta: scrive lettere per conto terzi, fingendo di esprimere sentimenti profondi e importanti per chi non vuole o non sa come metterli in parole. Amori, affetti & co. messi a listino prezzi: difficile nel dopo lavoro nutrire delle relazioni autentiche. La tecnologia gli rende la pariglia, facendogli scoprire una assistente virtuale, un pezzo di software intelligente, apparentemente dotato di una personalità, con cui Lui sviluppa una relazione intensa, “relazione” in tutti i sensi, con i limiti del caso, perché alla fine Lei è solo una voce. Alla fine scoprirà che il rapporto è artificiale, perché per quanto modellato sulla realtà e espresso con caratteri personalistici, manca dell’unicità e dell’esclusività che contraddistinguono i rapporti veramente umani. Quello che per Lui era vero amore, per Lei era una funzione a listino, offerta allo stesso modo a innumerevoli altri. La medesima contraddizione del mestiere di Lui.

L’assistente se ne va (sempre in senso virtuale), nella deriva di un mondo artificiale e ormai totalmente autoreferenziale, sulla tracce di un noto scrittore zen rappresentato, scimmiottato da una anima per così dire digitale (sì lo so, a volte la storia fa fatica a stare insieme). Al termine del film Lui forse ha imparato qualcosa, ha capito che per quanto la tecnologia sia bella e intelligente, l’essere umano è ben altro, irripetibile e proprio per questo degno di essere cercato, ascoltato, compreso non come eco del nostro ego ma come individuo originale. [END OF SPOILER]

Morale della favola? Utilizzare la tecnologia per riempire il vuoto delle nostre anime, che idea ridicola e, diciamolo, francamente imbarazzante. Non ci cascheremmo mai, vero?!?

Micaela-Ramazzotti-9
Lei …
Scarlett_Johansson_4
… e Her

Una nota sulla produzione italiana. Doppiare i film non è la scelta di tutti i paesi, da altre parti ce la si cava con i sottotitoli sulla versione originale. Leggere i libri tradotti e vedere i film doppiati è più facile e immediato e per molte lingue diventa una scelta sensata; ma per ogni Calvino che traduce Queneau creando un ulteriore capolavoro, la storia della letteratura e del cinema conta innumerevoli traduzioni e doppiaggi inefficaci, che mancano nel cogliere la connotazione di modi di dire, stili letterari, espressioni particolari, toni, timbri e sfumature, finendo per appiattire i significati, perdendo il senso delle storie. Ogni tanto poi si esagera davvero, già a partire dalla traduzione del titolo. Un esempio su tutti, così mi cavo un sassolino che è lì da tanto tempo. East of Eden, formidabile romanzo di Steinbeck, da me molto amato, celeberrimo film di Elia Kazan, fu tradotto La valle dell’Eden. Questa traduzione è criminale, perché perde completamente il riferimento biblico (Caino fu cacciato a est dell’Eden) rendendo impossibile interpretare efficacemente la vicenda. La voce di Her nell’originale è di Scarlett Johansonn ed è stata molto celebrata. Io l’ho trovata non memorabile; è evidente però lo sforzo di combinare la ricchezza di sentimenti che la voce cerca di trasmettere in quanto rappresentante una personalità, con una nota costante di spersonalizzazione a esprimere la matrice artificiale; roba da dive. La produzione italiana ha scelto Micaela Ramazzotti, attrice blasonata. Ai più è parsa inadeguata, a me è parsa in primo luogo inadatta in base al timbro della voce e alle inflessioni. Sicuramente l’intenzione autentica si è completamente persa. Per una interpretazione basata unicamente sulla voce si è scelta una riproduzione infedele e inefficace, che vela l’originale e ne nasconde lo spirito genuino. Sarà il destino del film; la personalità unica e autentica di ogni individuo sostituita da una copia infedele.

Photo credits: biografieonline.it e gds.it

One Reply to “Ho visto: Lei”

  1. “Il bufalo e la locomotiva. La locomotiva ha la strada segnata; il bufalo può scartare di lato e …” (cit. Francesco De Gregori). Ecco la differenza che c’è fra un software ed il genere umano.

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