Puoi trovare qui il post uguale e contrario: “Top ten: perché mi piace Twitter”
- Perché 140 caratteri non bastano per esprimere concetti complessi; e non tutto quello che è bello, interessante o importante è semplice o veloce da dire. (questi ad esempio sono 155 caratteri).
- Perché la possibilità di aggiungere cards, foto, video etc. ha distrutto la limpidezza originaria del puro testo.
- Perché una marea di tweet sono semplici link a contenuti esterni, per cui nei 140 caratteri ci sta solo il titolo che funge da teaser; ma allora tanto vale!
- Perché c’è un sacco di gente su Twitter che non ha nulla da dire e si limita a ritwittare; troppo facile, belli!
- Perché il gioco dell’io-seguo-te-se-tu-segui me gonfia le file dei follower ma è stucchevole, auto referenziale e sa anche un pochino di imbroglio.
- Perché le “tendenze”, i trending topics, insomma gli argomenti di cui si parla di più (la lista a sinistra dello schermo, per intenderci) è composta da futilità totali.
- Perché la quantità dei tweet che scorrono su una timeline anche relativamente scarna supera di gran lunga la possibilità di leggerli tutti. Stare su Twitter significa sopportare l’angoscia di perdersi tanti messaggi potenzialmente interessanti.
- Perché tra RT MT HT @ .@ # goo.gl ow.ly mi sembra di parlare con un robot, o con un pazzo. Ho capito che ci abbiamo fatto l’abitudine, ma vi sembra normale comunicare in quel modo?
- Perché ogni tanto subdolamente ti infilano un tweet che in realtà è una réclame e tu prima di accorgertene l’hai già letta. Lo chiamano native advertising per farsi fighi ma è pubblicità a interruzione, e a me non piace per niente.
- Perché questo futile uccellino azzurro slavato ha rotto le scatole; l’idea del cinguettio era carina, ma è tempo di cambiare linea grafica.