Come spesso succede si trova un nome carino per nascondere qualche magagna.
La “pubblicità nativa” è quella che si intrufola in un servizio mascherandosi come un contenuto normale. Su Twitter si travestirà da Tweet, su Facebook si mimetizzerà come un post.
“L’obiettivo è riprodurre l’esperienza utente del contesto in cui è posizionata, sia nell’aspetto che nel contenuto” dice Wikipedia. Ma mi faccia il piacere! L’obiettivo è di sorprendermi ignaro e ben disposto, somministrandomi della pubblicità quando invece sto cercando le cose che interessano a me.
Il polpo è il principe del mimetismo. E’ un animale estremamente intelligente, ha tre cuori ed è un predatore spietato. Col becco frantuma i gusci delle prede, le afferra con i tentacoli, le immobilizza con la saliva e poi se le digerisce con calma. Paragone esagerato? Se ho bisogno di travestirmi per non farmi scorgere, o è una festa a sorpresa oppure non è nulla di buono. Ma se lo becco, gli faccio fare una brutta (o bella) fine!
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