Tanti, tanti dati, ma tanti, ma così tanti che per maneggiarli è necessario disporre di un insieme di tecniche e strumenti così complicati che, come molte cose di questo mondo, chi ne capisce veramente non è in grado di farsi capire da chi non ne capisce, che di conseguenza finisce per capirne ancora meno. Siccome però la parola va di moda, e a chi non ne capisce scoccia non capirne, finisce che si appiccica l’etichetta “big data” a qualunque cosa abbia a che fare con la gestione dei dati. Anche se si tratta di roba vecchia di vent’anni che una volta veniva chiamata “data warehousing” o “business intelligence” o “data mining”. Roba di cui allora, di nuovo, la maggior parte delle persone non capiva nulla, però era di moda. Il progresso, in fondo, non è capire cose che prima non si capivano, ma non capire cose sempre nuove.