“Vivere, non riesco a vivere
ma la mente mi autorizza a credere
che una storia mia, positiva o no
è qualcosa che sta dentro la realtà. “
Il Signor G
Siamo nei guai e su questo c’è poco da dire: economia, settori economici e aziende.
Stare nei guai però è una situazione che può avere stati e toni diversi. C’è chi sta nei guai perché le circostanze avverse hanno avuto la meglio. C’è chi sta nei guai come condizione di vita, abituato a dipendere dagli altri in eterna precarietà parassitaria. C’è chi sta nei guai come punto di passaggio di una nuova competitività. E c’è chi sta nei guai facendo finta di essere sano.
Quando qualcosa non funziona più, sia essa un prodotto, un processo, una posizione di mercato, un vantaggio competitivo, una barriera all’entrata, un posizionamento, la prima reazione è di rivedere i vari pezzi della soluzione per capire dov’è il guasto. Purtroppo a volte il problema è che è cambiato il mondo intorno, e questo non può essere riparato.
La seconda reazione è di provare a fare di più di quello che si faceva prima: si scambia una soluzione qualitativa con una quantitativa. Lavoriamo di più, più duramente, rinforziamo le difese, rafforziamo i privilegi, chiamiamo a raccolta la squadra, e così via. Purtroppo l’effetto a volte rinforza il problema invece che risolverlo. Judo vuol dire “arte della cedevolezza”, la sapienza di usare la forza dell’avversario contro di lui. Analogamente, il “fare di più” della cosa che più non funziona significa rafforzare il problema invece di risolverlo.
La terza reazione, per la minoranza che ci arriva, è di cambiare. Subito, dalle fondamenta, senza rimorsi né rimpianti, facendo leva sì sulle cose che si sanno, ma per reinvertarle e impararne di nuove. “Radicarsi nella realtà” come il giovane protagonista di After Earth, visto ieri. Non fare più finta di essere sani, riprendendo il filo della propria storia che sta dentro la realtà.
In queste settimane sento tanti imprenditori, manager, colleghi ammettere finalmente che la crisi è passata; perché non è più “crisi”, è il nuovo ambiente, è la realtà da ora in poi, in cui evolversi per sopravvivere e magari anche prosperare, accettandola come mera realtà. Ovvio, non è come dirlo. Bisogna rinunciare a tanto, disimparare molto e scoprirsi di nuovo giovani 😉 e con tanta voglia di apprendere, senza certezze né garanzie. Certo, vaglielo a dire, ai giganti dell’editoria, dell’energia, delle telecomunicazioni, dei trasporti … e non solo ai giganti! In fondo però, come diceva il Signor G, significa semplicemente … ricominciare a vivere.
Caro Alessandro,
oggi cercavo di esprimere proprio questo concetto. Non ci sono riuscito molto, ma tu invece si. Bravo e complimenti! E naturalmente sono d’accordissimo.
Ciao,
Stefano
Grazie Stefano, sempre gentilissimo.