Certi giorni uno legge le notizie economiche e politiche e gli viene da fare una operazione alla Andy Luotto: da una parte tutto ciò che riguarda sforzi e investimenti volti a sostenere persone/istituzioni/aziende/business grandi e importanti, ma maturi quando non in declino. Dall’altro tutto quello che sostiene il nuovo, ancora piccolo e gracile ma già chiaramente la sostanza del domani.
Il punto non è che si fa molto di più per il vecchio che per il buono; è tanto triste quanto anagraficamente evidente, ma banale.
Il punto è piuttosto che permane la tentazione di fare entrambe le cose contemporaneamente mentre invece, purtroppo, non si può. O il vecchio o il nuovo. Perseguire entrambi vuol dire riparare la macchina in corsa. E’ possibile? Forse, ma così complesso e difficile che “economicamente” (vale a dire con attenzione alle risorse impiegate rispetto ai risultati sperati) non è realistico.
Il mondo è ormai così competitivo e veloce che funzionano solo le cose semplici (semplice non vuol dire facile). Figuriamoci quelle confuse. Passa il tempo, e il digital divide si amplia, con tante persone, tante aziende e tanti prodotti dalla parte sbagliata del muro. Quando ci volteremo indietro, fra qualche anno, ci stupiremo di esserci illusi così inopinatamente; poi riprenderemo a servire caffè ai turisti stranieri seduti ai tavoli nelle nostre belle piazze.