Tutti pazzi per i social network

Sono ufficialmente sula lista d’attesa di Pininterest, il nuovo social network che furoreggia con una crescita di traffico esponenziale. L’idea non è del tutto originale, io ad esempio uso una app che si chiama Springpad e che fa molto di più per organizzare materiale e interessi di vario genere; forse Springpad fa fin troppo, è ricchissima di funzioni ma probabilmente manca della stessa chiarezza e focalizzazione.

Dico probabilmente perché Pininterest è “invitation only”, si può chiedere di essere ammessi ma bisogna aspettare di essere accettati; di conseguenza non ho ancora potuto provarlo. Rob de mat! Proprio io, che ho sempre avuto una prepotente allergia verso tutto quello che è chiuso. E’ esclusivo? Tenetevelo.

L’esclusività accende il desiderio, questa è caratteristica propria dell’uomo. Uno dei miei libri preferiti è “Menzogna romantica e verità romanzesca” di René Girard, un saggio che segue percorsi filosofici assolutamente poco convenzionali, ma geniali, per spiegare come i meccanismi del desiderio siano connessi nel profondo con la religione, e come possano sfociare nell’invidia e nella violenza. Per sintetizzare (impropriamente), nella versione distorta si desidera un oggetto non perché lo vogliamo, ma perché ce l’ha qualcun altro.

Ovviamente questa esclusività è una finzione; fingono di essere esclusivi, ma se restano tali si condannano a restare una nicchia, e scommetto che non è questo il loro scopo. Facebook all’inizio era disponibile solo agli studenti universitari, ma ha capito presto che doveva diventare universale per non essere marginale. Google Wave è rimasto esclusivo … fino alla ingloriosa fine!

Ora aspetto la chiamata di Pininterest. Se mi rifiutano pago un pranzo al primo che commenta questo post. Se ci mettono più di una settimana a rispondere, cappuccio con brioche. Sperando di non restare deluso dell’ennesima bolla.

8 Replies to “Tutti pazzi per i social network”

  1. Giungo tardi nella conversazione, ma su Pinterest se hai qualcuno che ti invita, sei subito dentro, io ho fatto così e nel giro di pochi secondi ho iscritto una persona.
    Diciamo che viaggia ad invito.
    In merito alla privacy…ragazzi siamo comunque tutti parte di una grossa indagine di mercato…sempre.
    MA, leggevo ultimamente che se la vs password contiene 8 caratteri di cui 1 maiuscolo ci vogliono anni prima che riescano a identificarla…tipo 200 anni però…
    Non ricordo la fonte, ora cerco l’articolo e lo condivido…

  2. secondo me è un problema di conteggio, basta aggiungere anche i siti di ecommerce (bollette, formule di pagamento), quelli istituzionali (anagrafe, comunne e relativi servizi -un iscrizione per ogni servizio), le banche, le assicurazioni ed ecco che la nostra mail su internet esplode, non credo di essere molto sopra la media (magari poco poco giusto perché mi piace testare i servizi nuovi). In ogni caso l’effetto grande fratello è spaventoso, ma oramai anche senza bisogno di essere iscritti… con un p’o’ di voglia si potrebbe risalire al proprietario del pc anche in base alla configurazione hardware, i plug in installati e poco altro… noi stiamo provando alcune soluzioni automatizzate e fanno “paura” anche a me che le uso!

  3. Dunque, io mi ero iscritto e mi hanno mandato l’ok entro le due settimane (posso verificare, ma ora è un po’ complicato). Se ho capito bene, l’invitation only è solo in una fase di testing (non credo durerà per sempre) un po’ come dovrebbe fare anche Diaspora (lì per avere l’invito ci ho messo almeno 6 mesi). Restare chiusi ha sicuramente vantaggi e svantaggi, da una parte la leva esclusività, dall’altra la poca espansione. In uqesto caso l’esempio assoluto credo sia ASW (asmallworld per chi non lo conoscesse) il social nato prima di facebook che si rivolgeva solo ai presunti “ricchi &/o potenti” della terra, dove per entrare, come in tutti i circoli esclusivi, bisognava (credo bisogni ancora) essere invitati da un membro interno che ha a disposizione degli inviti (cosa che diviene possibile solo dopo un determinato periodo). Personalmente non uso più molto ASW, troppo chiuso, anche se alcune sue funzionalità rimangono molto utili e una buona parte degli iscritti tiene vivissima una comunità mondiale che, grazie a questo strumento, si incontra, organizza party, cambia lavoro, vende casa e viaggia assieme. Quale sia il modello migliore? non credo sia semplice risposndere, in ogni caso facebbok sta per quotarsi in borsa, mentre ASW continua a fattuarre parecchio con un un advertising molto targettizzato e un RPM molto alto

    1. Questa è la prima risposta per cui sei in lizza per il pranzo o per il cappuccio+brioche, complimenti!
      Siccome però evidentemente fai parte dei “ricchi &/o potenti”, potresti anche offrire te… comunque sarà una conversazione interessante 🙂

      1. eheheh nel mondo di internet non è necessario fare parte dei “ricchi &/o potenti” per essere considerato tale, basta avere i contatti giusti (il tema dell’identità on-line è un bel tema su cui sono state scritte vagonate di roba, però se contribuisci anche tu mi fa mooolto piacere). In ogni caso accetto/offro volentieri un pranzo o un cappuccio+cornetto (la semantica romana è un po’ differente, e anche questo è un bel tema, perchè i fraintendimenti on-line sono frequentissimi). Detto questo apporto un piccolo contributo alla discussione. Leggendo il post sono andato a ricercarmi l’iscrizione a Pininterest, ma non ho più la mail del giorno in cui ho fatto la richiesta, solo quella dell’accettazione. Io salvo tutte le iscrizioni ai vari siti (siano essi “social” ma anceh di utilità: gestore telefonico, servizi, abbonamenti eccetera) in un unica cartella, denominata genericamente “iscrizione siti” (è così da quando ho Gmail cioè dal luglio del 2005, prima avevo una cartella analoga in locale). Ebbene, in circa sei anni (diciamo cinque e mezzo) ho collezionato 463 mail di iscrizioni a siti (magari se avessi usato facebook connect o altri sarebbero meno, ma sono comunque una bella cifra). Fatta questa considerazione posso sicuramente dire di aver gettato la mia privacy nel gabinetto (con le autorizzazioni concesse probabilmente anche il chiosco di noci di cocco di Siem Rep oggi ha dati su di me), ma il punto è: che altre considerazioni si possono fare partendo da questo dato? che senso ha essere iscritti a così tanti servizi? effettivamente mi ha colpito il numero ma non so che conclusioni trarne eheheh
        voi che ne pensate? ma sopratutto, avete mai stimato a quanti servizi on-line siete iscritti?

        n ho proprio idea di cosa

      2. Mal contate, ho 140 iscrizioni all’attivo. In confronto a te sono un dilettante. Sono stati fatti vari tentativi di gestione unitaria dell’identità on-line; uno tra tutti Microsoft Portfolio (mi pare si chiamasse così). Sono tutti falliti. Eppure sarebbe utilissimo: un unico punto di gestione di userid e password, con un modo efficace di riassumere e gestire i livelli di autorizzazione in termini di privacy. Più controllo al soggetto, competizione più chiara tra diversi servizi in termini di gestione dei dati del cliente. La solzuione sta venendo “dal basso”, con i login tramite l’identità Facebook a Google, ma ovviamente fa paura perché sa di Grande Fratello.

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