Le avventure di AmazonBerry Finn

Non voglio fare pubblicità a nessuno, ma insomma, vien fuori che c’è bisogno di un libro di Mark Twain per la scuola, entro pochi giorni; mi tocca uscire e trovare una libreria che ce l’abbia in stock … oppure proviamo su Amazon! però dobbiamo fidarci dei tempi di consegna, per evitare di affrontare le ire dell’insegnante.

Decidiamo di provare. Vengono elencate una serie di edizioni, scegliamo quella più economica, perché tanto il ragazzo ha ancora gli occhi buoni e può leggere i caratteri piccolini. Lucriamo il ricco sconto del 15%, il massimo possibile dopo la legge bipartisan passata mentre eravamo tutti al mare. Consegna veloce gratuita perché qualche mese fa per nove euro ho comprato il diritto a farmi recapitare subito anche prodotti da pochi euro (in questo caso 5 – cinque).

Dopo due giorni il corriere ha suonato il citofono, e la maestra è stata contenta. Applausi.

Io sono un lettore appassionato e vorace, e ho passato un pezzo della mia vita a vagare tra i banchi e gli scaffali delle librerie. Però ormai compro una buona parte dei miei libri on-line, e penso che uno che fa quel mestiere in tanti paesi e che muove quantità di soldi enormi, ricava un vantaggio competitivo imbattibile, attraverso l’esperienza e le economie di scala, ed è destinato a essere un attore preponderante sul mercato, se non l’unico. Dopo tutto, dal punto di vista dell’utente, perché non dovrei utilizzare quello più grande, più efficiente, più economico? The winner takes it all, il vincitore piglia tutto o quasi, è così ad esempio nel campo della biglietteria, con Ticketone che ha una quota di mercato da paura, e Vivaticket che si è trovata una nicchia e la presidia confortevolmente. E’ così, a meno che non si intervenga su un piano non di mercato, con misure protezionistiche, ma questo al consumatore non può piacere, perché perderà qualcosa, favorendo per di più una inefficienza di sistema.

E’ la fine delle librerie? Non ne sono per niente convinto, perché quello che può dare una libreria fisica è proprio il vagare tra gli scaffali, esercitando la serendipity, l’arte di trovare quello che non si cerca; la lista delle recommendation di Amazon in confronto è goffa e macchinosa, non mi parla e non mi emoziona. La libreria come luogo fisico di distribuzione perde la battaglia sul piano puramente commerciale dell’assortimento, dei prezzi e della comodità, ma può vincerla sul piano dell’esperienza, dell’engagement e della conversazione con il cliente. Perché chi ama i libri, li ama perché ama l’umanità, e gradisce tuffarsi nel mare dei libri intesi come conversazioni e racconti tra uomini.

Amo la libreria Hoepli, un pezzo importante di Milano, rifugio dal freddo invernale del centro città tra un appuntamento e l’altro, scrigno pieno di tesori speciali, curiosi, particolari e sorprendenti (dotata peraltro di un sito di distribuzione di successo). Amo la libreria Feltrinelli di Piazza Piemonte, vivace e varia, con le poltrone e il bar dove tra l’altro fanno dei cocktail più che dignitosi, luogo ideale per appuntamenti anche di lavoro, un prosecco e alla fine ci si ferma e si compra qualcosa. Amo le Messaggerie di Corso Vittorio Emanuele, con la sezione libri stranieri e i rack pieni di riviste insospettabili, e il flusso ininterrotto di turisti, dianetici e business men che passa davanti, indifferente e immutabile.

Amo i libri e perciò amo le librerie; continuerò a comprare on-line i libri che so di voler comprare, continuerò a frequentare le librerie che vale la pena di visitare, che mi emozionano e mi fanno passare qualche minuto piacevole, uscendo portando sotto il braccio un libro che non sapevo di voler acquistare.

4 Replies to “Le avventure di AmazonBerry Finn”

  1. A proposito di selfpublishing, consiglio di leggere, sull’ultimo numero di Prima Comunicazione, l’articolo di Guido Mattioni “Caro editore non servi più” e quello su Mark Coker e la sua Smashwords.
    Due storie istruttive su dove va l’industria editoriale.

  2. c’è un video, non ricordo più a quale link, in cui la libreria diventa un luogo di promozione, l’acquisto del relativo e-pub avviene attraverso un rfid messo nel libro cartaceo e il libraio rimane conferma solo l’acquisto on-line. fantascienza qualche anno fa, fantascienza anche oggi, perché significa remunerare la filiera in una maniera del tutto nuova e marginare parecchio sulla vendita dell’on-line… però sarebbe bello:D

  3. oh, questo sì che è scrivere! Grazie (non ho alcuna intenzione di adulare, semplicemente ho capito tutto, mi sono emozionata e condivido dalla prima all’ultima riga). marica

    1. I complimenti fanno sempre piacere, per cui … grazie!
      Ovviamente lo stile della scrittura deve essere adatto all’argomento. Io cerco di essere vivace e “leggero” perché ho la possibilità di lasciare le mie pillole di riflessione tutte le volte che voglio farlo, proponendole una a una.
      Ludovico invece voleva trattare in modo completo un argomento complesso e frastagliato, di conseguenza ha scelto una lunghezza maggiore del post tipico, e uno stile più concettuale.
      Come diceva un mio vecchio amico, “ogni brodo vuole la sua cottura”.
      Detto questo, ho trovato prezioso ospitare un contributo terzo, per cui se tu o qualcun altro avete idee e voglia di esprimervi, considerate questa come una piattaforma aperta.

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