Oggi sono in vena di critiche.
Quattro anni fa mi sono iscritto alla edizione italiana di un prestigioso magazine che tratta di tecnologie e vita digitale. Da sempre abbonato all’edizione americana, sono stato sedotto da una campagna di lancio ambiziosa e da una promozione difficile da rifiutare.
Non ho rinnovato alla fine del primo anno: gli articoli migliori erano traduzioni di quanto già leggevo sull’edizione originale; troppo lifestyle (non sono il tipo); e ammiccamenti alla politica inutili e irritanti, non ce n’è già troppa? E perché mi devi attrarre dicendo che parlerai di cose “vere”, per poi spostare l’argomento sulla ricerca del consenso e del voto? Mah…
Il secondo anno la rivista mi è arrivata comunque, ma durante l’inverno gli inviti al rinnovo sono diventati insistenti e sempre più allettanti. Lo stesso il terzo anno, e arriviamo ad oggi. Al quarto anno continuo a ricevere la rivista, nonostante non la paghi da parecchio. Peraltro non la leggo, finisce dritta nella raccolta differenziata (sono un bravo cittadino). Se la leggessi, la pagherei. Continuano a trattarmi come un abbonato: “Gentile Alessandro, purtroppo il tuo abbonamento è scaduto da un mese!” ??????? Ma allora anche per gli inserzionisti pubblicitari risulto come abbonato pagante? Mi propongono un bello sconto del 70% se compro l’abbonamento per … 24 mesi! Con che logica dovrei a questo punto impegnarmi per due anni? Però mi regalano la magietta del follower! Ma è chiaro a questo punto che o non sono un follower, oppure son il capo della classifica dei follower scrocconi!
L’ultima cosa: la lettera è firmata dal Direttore Abbonamenti. Perché non dal Direttore della testata? E’ lui che la firma, è lui che dovrebbe presentarla ai suoi lettori. Value for money.
Eh, Alessandro, sei troppo avanti! Solo tu puoi essere abbonato da quattro anni a una rivista pubblicata due anni fa! Anch’io sono un pò irritato per la maglietta da follower: mi hanno mandato una extralarge dopo che ho perso 15 chili!
La mia proverbiale ignoranza qualche volta mi facilita – leggendo solo in italiano non ho subito la delusione di rileggere la traduzione di articoli che già avevo gustato in lingua originale. Non ho neanche colto gli ammiccamenti alla politica e quindi, grazie a dio non mi sono irritato (anche se ho il dubbio che, se hanno irritato te, forse io li avrei potuti trovare condivisibili, eheheh).
Per quanto riguarda la confusione nella gestione del rinnovo se mi permetti me la caverei con una battuta in odor di parafrasi: ” E’ l’outsourcing, bellezza!”
P.S. il direttore è un romanista che ha diretto anche una radio/televisione/fanzine (non ricordo esattamente) dal titolo “il romanista”. Lo ricordo in tv ai tempi di calciopoli a pontificare (e solo recentemente ho collegato)
Che tutti di fronte alle mie critcihe identifichino la stessa rivista, vorrà pur dire qualcosa. Per il tempo facciamo a metà perché questo è il terzo anno. E per la politica, guarda l’ultima copertina e “capito mi avrai”.
Concordo su praticamente tutte le argomentazioni e ho vissuto la stessa identica situazione. Per dovere di cronaca però sarebbe giusto fare qualche precisazione: la rivista in questione, se ho ben capito, è stata lanciata in Italia solo 2 anni fa (a febbraio del 2009) e il primo abbonamento era biennale (ragion per cui solo ora mi hanno segnalato che è scaduto). Fatta questa precisazione è incomprensibile per me capire perché, se l’abbonamento era biennale, già dopo un anno hanno iniziato a richiedere il rinnovo in maniera pressante. Per il direttore… beh, è tifoso della Roma, ho detto tutto! ahahahha
Sempre che stiamo parlando della stessa rivista 😉
Sulla Roma invece sono d’accordo