In questo momento sono famosi perché hanno rifiutato un’offerta da 6 bilioni di dollari fatta da Google (voglio, dirlo, io avrei accettato. Vale di più? Pazienza. Che differenza c’è tra averne uno, sei o dodici? Cosa posso comprare con dodici che non posso comprare con sei? Un’isola più grande nell’arcipelago delle Bimini?).
Propongono una versione online del sistema dei coupon, popolarissimo in America. Ogni giorno gli iscritti ricevono una newsletter con delle offerte speciali (estremamente convenienti) nella propria area (trattamenti di bellezza, cene a lume di candela, vacanze). Se un numero minimo di persone dichiara la propria disponibilità a redimere il coupon, lo stesso viene attivato, stampato e presentato al pagamento presso l’esercizio. Groupon tiene circa il 50% del fatturato (!!!).
Un bel modello; c’è la localizzazione, l’ecommerce B2C e la vendita diretta B2B. Il passa parola (un sistema di punti per chi invita amici), le app per gli smartphone, ma soprattutto l’evidenza della creazione del valore per tutti i soggetti coinvolt: il negoziante fattura e accresce il traffico presso l’esercizio, il consumatore lucra un grosso sconto e Groupon … può rifiutare un’offerta da 6 miliardi di dollari!
E’ editoria? Beh, sono contenuti localizzati; e sicuramento toglieranno parecchio spazio alla locale.
Il sistema funziona, tanto che sono nati molti imitatori; ne segnalo uno, LetsBonus, perché ci lavora un amico 🙂 D’altro canto, a volte il secnd comer ha la meglio: Facebook è venuto dopo MySpace, e Google dopo Altavista.
Alessandro Cederle 
segnalo, sempre sull’argomento l’analisi nielen sul comportamento dei siti relativi ai gruppi di acquisto in Italia http://it.nielsen.com/news/GruppiDAcquisto160211.shtml
A Milano segnalo Tuangon, tanto per completare il quadro e per chi ritenesse di provare il sistema (io non lo ho mai provato ma a volte le offerte che arrivano via mail non sono male).